L’autore delle Micromegalic Inscriptions, Mauro Matteo, è stato intervistato per Certinews.
Le tematiche principali hanno avuto come riferimento l’introduzione della tecnologia nell’arte, il ruolo rivestito dai computer, l’inserimento dell’arte nel terziario e l’influenza della pandemia.
Per quanto riguarda la tematica economica, è assodato che in Italia l’artista non viene concepito come lavoratore, nella nostra nazione l’arte è vissuta come qualcosa di passivo, si investe nei musei, nelle gallerie ma in caso di crisi non ci sono aiuti economici per gli artisti. Diversamente in altre nazioni l’artista è tutelato e riceve gli aiuti statali.
Emblematico è stato il Covid19 durante il quale gli artisti si sono trovati in seria difficoltà. In proposito Matteo Mauro ha detto “Credo che in Italia ci sia un grandissimo rispetto per l’arte, come un qualcosa di intrinseco alla nostra cultura, ma a livello arcaico, quasi una venerazione passiva. Le persone in Italia amano circondarsi di arte e di bellezza, ma in pochi capiscono davvero l’importanza di investire nell’industria artistica”. L’artista stesso durante il lockdown ha sperimentato le carenze dello Stato. Circa quella situazione Matteo Mauro ha affermato che “ In queste settimane chiuso in studio mi sono avvicinato anche a nuovi modi per esprimere la mia creatività. Sono riuscito a lavorare anche su materiali che richiedono più tempo, dato che in quarantena di tempo ne abbiamo avuto parecchio a disposizione. Ho notato una trasformazione delle mie opere, che sono diventate più melanconiche e sentimentali. Ho anche creato un opera per il libro ideato da Emeric Tchatchoua destinato ai bambini del Montreal Children’s Hospital in Canada, lavorando a fianco di artisti come André Saraiva, Space Invader, Paul Insect”.
Infine circa l’evoluzione dell’arte influenzata dalla tecnologia l’artista dice “Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito al passaggio dall’oggetto fisico a quello virtuale, e questo ha segnato un modo diverso di interagire con l’arte. L’arte ora entra nelle nostre vite in nuove modalità, non più solo sotto forma di opera o riproduzione da collezionare, come succedeva in passato. Oggi l’arte entra anche nei nostri computer, smartphone e sui social media, come immagine di consumo a tempo determinato” dunque un’influenza positiva che permette una maggiore fruibilità dell’arte da parte del pubblico.
Alla domanda sui progetti futuri Matteo Mauro risponde “In questo momento c’è tanta voglia di ripartire, ma di farlo nel momento giusto, non solo quando la pandemia sarà finita, ma quando ci sarà di nuovo lo stato d’animo giusto per goderci una mostra e le opere d’arte. Quando sarà possibile, ripartirò presentando in primis le mie nuove sculture in marmo e in bronzo, che stanno crescendo e prendendo vita nel mio studio in questo momento, e non vedono l’ora di uscire”.
Links:
Intervista a Matteo Mauro, contaminazioni tra arte e tecnologia, per raccontare la società di oggi