The book Micromegalic Inscriptions – A Rococo story of Contemporary Engravings published by Le Penseur. It reports an extended research on ‘Micromegalic Inscriptions // I too was in Arcadia’ supervised by Oliver Domeisen.

Titolo: Micromegalic Inscriptions
Sottotitolo: A Rococo story of Contemporary Engravings
Author: Matteo Mauro
Introduzione: Oliver Domeisen

Genere: Storia e Teoria dell’Arte
Publishing date: Oct 2018
Publisher: Edizioni Le Penseur

Gia’ disponibile in Italia, a giorni sarà pubblicato in edizione mondiale per Edizioni Le Penseur Micromegalic Inscriptions – A Rococo story of Contemporary Engravings, libro dell’artista Matteo Mauro che, grazie al supporto di Oliver Domeisen, affronta la ricerca messa in atto per la realizzazione del progetto Micromegalic Inscriptions, al quale ha lavorato a Londra a partire dal 2015 a oggi a stretto contatto proprio con l’ex curatore del Victoria and Albert Museum ed esperto di ornamento, il quale con la sua profonda conoscenza delle tecniche di stampa e degli stili d’arte sia in ambito classico che digitale, ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo di questa ricerca e al libro che ne è il frutto.
Un testo che parte da uno studio microscopico e storico di acqueforti Rococò e dall’esperienza delle incisioni computazionali di capricci tracciati e astratti come reinterpretazione contemporanea dell’opera I too was in Arcadia di Wilhelm Kolbe, appartenente alla collezione permanente del British Museum. Il processo, in cui i pixel in moto diventano le linee di intaglio sulla placca virtuale, diventa nel libro una ricerca approfondita sulla tecnica che si evolve in riflessione sottile sull’atto creativo nel campo dell’Arte Contemporanea Generativa.
L’infinita riproducibilità e la spontaneità morfogenetica riconducono inevitabilmente alla simbiosi tra uomo e macchina, all’evoluzione delle pratiche di produzione di massa. In quest’ottica, non si tratta semplicemente di una tecnologia utilizzata nel processo creativo, ma di una modalità scelta dall’artista per vivere la propria creatività contemporanea.
Riflessione che si rende necessaria perché – esattamente come accade per l’arte prodotta analogicamente – c’è una profonda comprensione del mezzo d’arte, unita a una consapevolezza della propria funzione di artista che si sposta dalla creazione dell’opera alla creazione di un sistema capace di generarla.

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