Matteo Mauro si è espresso varie volte sull’arteterapia, intervistato da numerosi siti desiderosi di approfondire l’argomento.
Il tema principale dunque è la terapia come arte. Nel nostro Paese, evidenzia spesso Matteo Mauro, l’arte svolge un ruolo passivo, è bella da guardarsi ma non è una terapia (se non i casi particolari come Alzheimer e tossicodipendenza) né viene vissuta come un rimedio contro ansia, insonnia e depressione. Al contrario di tante altre nazioni che invece prescrivono l’arte come una terapia con visite al museo con tanto di prescrizione medica.

Matteo Mauro evidenzia come si abbia avuto una prova di tutto ciò durante il lockdown da covid19: le persone sottoposte ad un forte stress emotivo hanno manifestato ansia, disturbi del sonno, attacchi di panico ed anche depressione. In tutto questo è stata scoperta la bellezza artistica come balsamo contro questa incertezza del futuro, contro l’ansia e la tristezza.
Per citare l’artista: “Anche ammirare delle opere d’arte può essere di aiuto, perché in quel linguaggio così diretto e soggettivo, ognuno può ritrovare se stesso, le proprie paure e i propri sogni”. Lui stesso ha sperimentato come durante il lockdown il suo esprimersi artisticamente lo abbia aiutato, in merito cita spesso Paul Klee disse ‘L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è’.

Ecco quindi che l’artista introduce un passo importante nello sviluppo dell’arte terapia: non solo vivere l’arte ma anche produrla. “Quando si produce una qualsiasi opera, si dà forma al proprio mondo interiore, e questo consente di mettere a fuoco ciò che si ha dentro, ritrovare un ordine e acquisire maggior consapevolezza di sé” questa è la frase emblematica con cui Matteo Mauro afferma che bisogna essere partecipi all’arte su tutti i piani affinché funzioni come terapia.
Ecco un breve riepilogo dei link delle interviste: