Fra gli articoli più letti di Impresa Internazionale vi è l’intervista a Matteo Mauro, l’autore delle Micromegalic Inscriptions, premiate con il Van Gogh Prize.
Fra le tematiche affrontate vi è la differenza fra l’Italia e l’Inghilterra dove l’artista vive e lavora da circa una decina d’anni, precisamente a Lomdra. Emerge come in Inghilterra vi sia una visione dell’arte a 360°: ci sono maggiori opportunità per i giovani e gli artisti, in caso di crisi, possono avvalersi di aiuti economici statali. In Italia l’arte è vissuta in modo passivo, secondo Matteo Mauro, si privilegia il sostegno ad istituzioni come musei ma chi produce le opere d’arte viene ignorato.
Si passa ad esaminare i cambiamenti che l’arte ha vissuto negli ultimi vent’anni. L’artista risponde “Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito al passaggio dall’oggetto fisico a quello virtuale, e questo ha segnato un modo diverso di interagire con l’arte. Oggi l’arte entra anche nei nostri computer, smartphone e sui social media, come immagine di consumo a tempo determinato”.
Proprio in tema di tecnologia gli viene chiesto come abbia cambiato l’arte, secondo Matteo Mauro, il computer ha avuto un’influenza positiva “Persino il pittore classico ormai non lavora più sull’osservazione del modello fisico, ma spesso crea un’immagine digitale con una macchina fotografica che poi viene elaborata, alterata, manipolata al computer, stampata e poi dipinta su tela”. Inoltre la tecnologia permette una diffusione più ampia dell’arte e permette a tutti di viverne ovunque la bellezza.
Parlando della sua arte, Matteo Mauro, usa tre aggettivi: iper-contemporanea, immateriale e complessa. Nelle sue opere è evidente l’accumulazione di forme, in particolare nelle Micromegalic Inscriptions, la sua serie più popolare premiata con il Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí.
Le opere di Matteo Mauro si sono trasformate durante il lockdown da covid19 lui stesso dice “Ho notato una trasformazione delle mie opere, che sono diventate più melanconiche e sentimentali. In queste settimane chiuso in studio mi sono avvicinato anche a nuovi modi per esprimere la mia creatività. Sono riuscito a lavorare anche su materiali che richiedono più tempo, dato che in quarantena di tempo ne abbiamo avuto parecchio a disposizione”.
Per il futuro immagina una rinascita con tante mostre, con tante nuove sculture in marmo e in bronzo e con tanta voglia di diffondere sempre di più i benefici terapeutici dell’arte e della bellezza.