MM021.NEOBAROQUE // [CLICK HERE FOR MORE INFO]

Series // Loves who don’t know how to get by in this world.

Title // Various.

Location // Deconsecrated church San Vincenzo Ferreri – Ragusa Ibla.

Italy, Fall 2021.

 

Performance Musicale di
Ibla Ensemble

Mostra Personale curata da Aurelia Nicolosi, Chiara Castro Sponsor Ufficiale Farmabarocco S.r.l. Evento parte del festival Barocco e Neobarocco Organizzato da Roberto Semprini, Valentina Fisichella

Live Streaming
Return on Art
Anthony Rondinone

Music
Violin Concerto in A minor, BWV 1041

Con il patrocinio di Comune di Ragusa Libero Consorzio Comunale di Ragusa ADI Associazione per il Disegno Industriale ADI Associazione per il Disegno Industriale Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia di Ragusa Fondazione Arch – Studi e ricerche architetti nel Mediterraneo della provincia di Ragusa Accademia di Belle Arti di Brera Accademia di Belle Arti di Carrara Politecnico di Milano IULM Libera Università di Lingue e Comunicazione Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Università degli Studi di Enna “Kore”

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L’Amore e l’InfinitoTesto Curatoriale a cura di Aurelia Nicolosi

Matteo Mauro é un artista eclettico e sorprendente che spazia con disinvoltura dalla pittura alla scultura al digitale con un’attenzione e precisione nella ricerca del dettaglio, che si riscontra  solo negli autori maturi. La poesia e la grazia sottesa alle sue opere raccontano la passione per l’architettura e la potenza della Natura, nelle sue variegate forme. La sperimentazione costante, che caratterizza il suo lavoro, sicuramente non passerà inosservata e lo eleverà ne prossimi anni tra i creativi più all’avanguardia del panorama internazionale. In occasione del primo design Festival Barocco&Neobarocco, l’artista propone la sua recente disamina della cultura classica e del concetto di “Amore”, che riflette quella volontà di rinascita e di conquista della libertà, all’interno di una società, che tende a creare falsi miti, a classificare ed a etichettare ogni forma di espressione. Nelle sculture Lovers, Dolce Metà, He and She,  ritroviamo il desiderio per i bisogni primari, l’amore per se stessi, per il prossimo, per ciò che si fa, l’amore razionale, quello istintuale, passionale, carnale, religioso, amicale, filiale, parentale, famigliare, naturale. Lo possiamo chiamare in molteplici modi: Agape (αγάπη), Anteros (αντέρως), Eros (έρως), Himeros (Iμερος), Philia (φιλία), Pothos (Πόθος), Stοrgé (στοργή), Thélema (θέλημα). Rimane una gemma dalle plurime facce che ciascun forma di vita possiede anche inconsapevolmente e che le permette di interagire con l’ambiente circostante, entrando a far parte di una catena infinita di relazioni interdipendenti. In un gioco di linee concave e convesse, «La scultura è quella che si fa per forza di levare», come avrebbe affermato Michelangelo, e in una «dolce» lotta con la materia, l’idea prende consistenza e diventa marmo, bronzo, resina. Spaziando dalle simmetrie alle asimmetrie, lo spettatore ne viene catturato, e diventa parte di un gioco prospettico, di illusioni ottiche, che rimandano al Barocco e al Rococò, dove l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande sono espressione non solo di una teatralizzazione della quotidianità ma di un approccio nuovo nei confronti dell’Universo, del Cosmo. Di fronte alle nuove scoperte scientifiche, come quelle Galileiane, l’uomo avverte uno stato di ansia, di incertezza e di spaesamento, che lo porta a ricercare un equilibrio, anche nell’arte, che, invece, è espressione di precarietà: l’imperfezione dell’uomo di fronte alla perfezione della Terra, dei Pianeti, dei Satelliti, delle Stelle… Ieri come oggi ci ritroviamo a combattere, ad esorcizzare le stesse paure, le stesse ansie, sublimandole in qualcos’altro. Matteo ha scelto il canale creativo, che sintetizza e contamina i linguaggi per esplorare i meandri più reconditi dell’animo umano e per veicolare quei messaggi di pace, di fratellanza, di uguaglianza, che ci fanno sentire meno soli e più uniti, attraverso le vibrazioni armoniche degli strumenti indispensabili del suo mestiere. Una ricerca dell’infinito, fuori e dentro di sé, che solo l’Arte può fissare e rendere eterna.

Neobarocco è un invito a fermarsi perdendo la misura del tempo, anche se fosse quella di un istante. Le opere di Matteo Mauro si uniscono organicamente alle opere settecentesche della Chiesa di San Vincenzo Ferreri come voci di un racconto sempre rintracciabile, in cui il percorso non lineare della rigenerazione degli stili è l’emblema della vita delle città e degli uomini. Il destino del Barocco ci ricorda che nella complessità c’è ricchezza e che le fratture sono i fulcri per il nuovo equilibrio. Il tempo delle epoche passate non si disperde ma torna presente ogni volta che guardiamo, a qualsiasi profondità, le forme neobarocche. – Chiara Castro

Queste sculture sono il frutto di un anno bisestile che conta 20/20. Sono storie di separazioni. Storie di un mondo in quarantena. La storia quotidiana del sentirsi incompleti, spezzati. La storia di vite circondate da un Barocco in erosione ed un contemporaneo, che nella nostra terra, tarda ad arrivare. Sono storie sull’amore scritte da Platone e fraintese dal mondo intero. Sono la storia di gente che emigra e non si sentirà più a casa in nessun luogo e in tutti i luoghi. Di un mondo sempre più diviso, di razze sempre più divise, di un corpo e di una mente sempre più divisi. Sono le forme di storie che finiscono e poi non ricominciano. Sono il lascito di un classicismo che riappare nell’arte, ma diviso e sfigurato. Sculture in bilico che ritrovano un equilibrio nell’attimo in cui le si osservano. Sono un po’ la storia del Barocco, un po’ la mia e un po’ la storia di tutti. – Matteo Mauro

Ciò che ci affascina e colpisce dell’arte di Matteo Mauro è che dalla sua personale interpretazione e rivisitazione dello stile barocco ne viene fuori un incontro tra arte contemporanea e arte classica che dà voce alle emozioni, alle gioie e alle inquietudini del nostro tempo. Ci sentiamo vicini al suo progetto di ricerca, al suo dar vita a qualcosa di nuovo, innovativo e personale lasciando comunque visibile e tangibile la nostra storia. Osservare la sua arte, che sia una scultura o un dipinto, che sia un’osservazione fugace o meditativa, ti trasporta nella tua personale storia, esperienza, con i tuoi più personali desideri, ed ogni tratto delle sue opere sono emozioni e riflessioni ogni volta diverse tra loro nel tempo e nello spazio. – Antonino Liuzzo,  Amministratore Unico Farmabarocco S.r.l.

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